Spagna Campione, è …

Spagna Campione, è …

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 Cagliari, 1 luglio 2012

SPAGNA CAMPIONE, E’ GIUSTO COSI’

Alle Furie Rosse il “derby dello spread”

E’ bastato il primo quarto d’ora di gara alla Spagna per assicurarsi la partita. Un lasso di tempo dove il possesso di palla è stato assoluto e coronato con la rete di Silva. La nazionale di Prandelli ha tenuto testa alle “furie” nei venti minuti successivi, fino alla fiondata di Alba che intorno al 40° ha chiuso la gara.

Il secondo tempo si sarebbe potuto non giocare. La Spagna si è limitata alla buona amministrazione del vantaggio, sembrava non volesse infierire sull’inferiorità numerica degli azzurri (infortunio di Tiago Silva) ma poi di fronte alle praterie che si sono aperte davanti a Buffon non è riuscita a fare a meno di dilagare con Torres e addirittura con un certo Mata.

La Spagna non ha vinto perché era più riposata, come ha cercato di giustificare anche un cronista serio come Bruno Gentili (correggendosi in tempo fortunatamente). Anche gli uomini di Del Bosque avevano sulle gambe i supplementari con il Portogallo. La Spagna ha vinto perché è più forte: è più forte nella tecnica dei singoli, nel gioco di squadra, nel possesso palla, nella precisione dei passaggi, nel ritmo imposto alla partita. La squadra di Del Bosque è “paro paro” la proiezione nazionale del Barcellona di Guardiola. Anche senza Messi. Meritatamente ha stabilito un record difficilmente uguagliabile in futuro: tre volte consecutivamente Campione. Europei 2008, Mondiali 2010, Europei di Polonia e Ucraina.

E’ dal 1978, mondiali d’Argentina, che sentivo parlare di Furie Rosse nel definire la nazionale di Spagna. Per decenni mi è sembrata una definizione eccessiva e ingiustificata. E forse lo era. Da quasi un lustro sicuramente non lo è più. CHAPEAU!

Non è bastato l’ultimo scandalo calcistico tutto italiano per far vincere il campionato europeo agli azzurri come capitò ai campionati del mondo in Spagna (1982) e in Germania (2006). Non si può sperare di vincere i tornei continentali cercando di dare il massimo solo durante le fasi finali. Prandelli ha ragione di lamentarsi facendo notare che, quando durante l’anno la nazionale gioca le sue amichevoli, i mass media continuano a indirizzare le attenzioni verso la partita di cartello della giornata di campionato. Con tutto ciò che da questo ne deriva a livello di concentrazione dei calciatori convocati e provenienti da club quasi irritati dal doverli mettere a disposizione del commissario tecnico di turno, distogliendoli dagli impegni di campionato o di Coppa.

Forse non è un male che l’Italia non abbia vinto il campionato d’Europa. Fosse andata diversamente probabilmente sarebbe passato in campana l’ultimo calcioscommesse, probabilmente con un condono all’italiana. Si approfitti per fare pulizia una volta per tutte in uno sport che continua a regalare tante emozioni ma anche a confezionare continui tradimenti ai suoi tifosi. Sarebbe una grande vittoria anche questa.

A.M.

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