Rossella Urru, un concerto a Montecitorio

Rossella Urru, un concerto a Montecitorio

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Cagliari, 5 giugno 2012

ROSSELLA URRU, UN CONCERTO A MONTECITORIO

Alla Camera dei Deputati il concerto di Piero Marras per la liberazione della cooperante rapita

Hanno risuonato alte le note di “Fizza me” nella Sala della Regina a Montecitorio, durante il concerto tenuto questo pomeriggio da Piero Marras per la liberazione di Rossella Urru, la cooperante italiana in mano ai suoi rapitori da 227 giorni, grazie all’iniziativa proposta dall’associazione nuorese “Presenza, isole comprese” e immediatamente sposata dallo stesso presidente della Camera Gianfranco Fini.

Un luogo insolito dove tenere un concerto per Marras, non nuovo a iniziative di questo tipo. Nel ‘97 si arrampicò con il suo piano elettrico nel palco naturale di Monte Novo San Giovanni, nel Supramonte di Orgosolo, per tenere il suo “Concerto al vento” dedicato anche in quella occasione a una donna sottratta alla libertà. Silvia Melis, la donna di Tortolì rimasta in mano ai suoi rapitori per 265 giorni prima di essere liberata.

Al concerto introdotto dal presidente Fini, erano presenti i genitori di Rossella, ricevuti in privato dallo stesso Fini, il ministro degli Esteri, il presidente del Consiglio regionale sardo, il sindaco e il parroco di Samugheo, il comune in provincia di Oristano di cui è originaria la cooperante rapita.

Il presidente della Camera nel suo saluto iniziale ha evidenziato come “sia insolito che la prestigiosa Sala della Regina venga messa a disposizione di concerti musicali, ma vista la doverosa iniziativa sono lieto di aprirla e di ospitarla, affinché non cali l’oblio sulla vicenda di Rossella, che incarna l’esempio della solidarietà italiana in zone difficili del mondo. In modo che continui la mobilitazione e possa tornare presto a riabbracciare i suoi cari”.

“Non è facile cantare oggi, c’è un coinvolgimento diverso. Dal giorno che questa iniziativa mi è stata proposta guardo spesso l’immagine di Rossella. Un giorno, e quel giorno arriverà, gli dirò “questa canzona l’ho cantata per te”. Rossella, lo dico provocatoriamente, è un simbolo che mancava in una società con una dispersione incredibile. Un simbolo che durerà. Una donna sarda del terzo millennio che non ha improvvisato la sua vita, nel suo sguardo c’è consapevolezza. La sua era una figura necessaria, che mi emoziona. È la figura di una nuova umanità” ha detto Marras con voce commossa aprendo il concerto.

Un concerto con un “protocollo” diverso da quello solitamente proposto dall’artista sardo nelle piazze e nei teatri, una scaletta fatta di brani che parlano di speranza e di liberazione. Attinte in parte dal suo tradizionale repertorio come “Mere Manna”, “Notte lituana”, “Unu frore che a tie” in parte dalla sua più recente produzione e di imminente uscita come il toccante “Quirra”. E naturalmente non poteva mancare il già citato “Fizza mè” (Figlia mia) a suo tempo scritto per essere dedicato alla figlia più piccola dell’artista e oggi cantato pensando a Rossella Urru, ormai diventata “fizza nostra”, figlia di tutti gli italiani.

Oggi a Montecitorio è stata riaccesa la luce del faro su una vicenda per la quale l’attenzione non è più quella di qualche tempo fa. Un altro tentativo per toccare le corde più profonde delle istituzioni. La buona musica e la solidarietà hanno fatto la loro parte affinché la fiamma della speranza continui ad ardere alta. Tocca a chi di dovere, adesso e una volta per tutte, fare in modo che il prossimo concerto si tenga nella piazza grande di Samugheo per salutare il ritorno a casa della “piccola rondine”.

A.M.

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