Barça, giù il capello

Barça, giù il capello

messi-large 3

Cagliari, 4 aprile 2012

BARÇA, GIU’ IL CAPELLO

Lezione di calcio al Nou Camp

L’amore per il Milan risale al lontano ’979, l’anno dello scudetto della stella, l’ultimo disputato da Gianni Rivera. Quello per il Diavolo è un amore di “secondo letto”, quello di primo è sempre stato il Cagliari, contagiato da un amico d’infanzia trapiantato nella città meneghina ormai da tanti anni.

Un amore diventato viscerale nella seconda metà degli anni ’80 con Berlusconi presidente, Sacchi allenatore e in campo: Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Costacurta, Baresi, Donadoni, Ancelotti, Virdis, Gullit, Evani. A seguire tanti altri a iniziare da Van Basten e Rijkaard. Per un lustro un’orchestra sul tappetto verde, capace di giocare il miglior calcio forse mai visto. In casa e in trasferta. Pressing, difesa rigorosamente a zona, tattica del fuorigioco, gran possesso di palla, mentalità vincente. Non c’è n’era per nessuno: Juve, Napoli, Inter, Real Madrid, Bayer di Monaco, National di Medellin. Tutte a lezione di calcio. In quegli anni uno scudetto, due Coppe Campioni, due Coppe Intercontinentali.

I Milan successivi, con Capello, Zaccheroni, Ancelotti e adesso Allegri, hanno continuato a vincere giocando un buon calcio ma quel modello originario rimane unico e irriproducibile. E infatti i tentativi di imitazione fallirono miserevolmente: la Juve di Maifredi, l’Inter di Orrico, l’Italia dello stesso Sacchi.

Il Milan sceso in campo ieri al Nou Camp e la settimana scorsa a San Siro per disputare il quarto di finale di Champions League contro il Barcellona sembrava giocare contro quel Milan di Sacchi. Contro la sua storia. Contro una squadra forse addirittura più forte di quella: più veloce, con un pressing più tecnico, con geometrie di gioco raffinate, disposizione dei giocatori in campo esemplare, possesso di palla elevato, gran facilità di gioco. I rossoneri ne erano a tratti intimoriti, come in occasione del maldestro disimpegno difensivo che ha causato il primo rigore.

Già all’andata il risultato di parità a reti inviolate era apparso generoso per la squadra di casa. Fossero state su un ring le due contendenti, ai punti avrebbe meritato sicuramente il Barcellona. Che infatti ieri sera si è ripresa con gli interessi ciò che a Milano non era riuscita a conquistare, al di là dei due rigori concessi a suo favore. Avrebbe vinto anche senza di quelli, non c’è controprova ma è così.

Non solo ha passato il turno la compagine blaugrana, ma in entrambe le gare ha anche impartito una gran bella lezione di calcio, come gli capita di fare spesso da quando è guidata da Josep Guardiola. Qualcuno che se ne intende, ha scritto che quello di ieri sera non era il miglior Barcellona, se fosse così meno male altrimenti povero Milan.

Comunque sia giù il capello signori, adesso e per chi sa quanto, in cattedra c’è il Barça di professor Guardiola.

A.M.

Lascia un commento