Un anno senza …

Un anno senza …

PIERNONN 5

Cagliari, 04 novembre 2015

UN ANNO SENZA …

In memoria di mio padre, a un anno dall’ultimo saluto

E così è già passato un anno da quel 2 novembre. Era domenica e davano in tv un episodio del Tenente Colombo quando alle dieci di sera squillò il telefono. Era l’amico Don Alessandro che con voce ferma e commossa mi disse: “Poco fa è venuto a mancare tuo padre”. Ero rientrato a Cagliari giusto un paio d’ore prima, dopo averti fatto visita assieme alla tua affezionata nuora e ai tuoi adorati nipoti. Ti avevamo lasciato, più sofferente del solito, in quel letto dove da quasi due mesi eri costretto a stare a causa della brutta caduta e ti abbiamo salutato rifiutando l’idea che potesse essere per l’ultima volta.

            Quella volta non c’è l’ho fatta a farti ripartire, a farti superare quell’ultimo acciacco. Quella volta era proprio l’ultima chiamata. Rimarranno indelebili nel mio cuore e nella mia mente quelle lunghe ore trascorse in ospedale a tenerti compagnia, ad assisterti e a distrarti dal pensiero che ogni ora che trascorreva poteva essere l’ultima. Come in occasione di quella vittoriosa trasferta del Cagliari vissuta in diretta radiofonica, un auricolare io e un auricolare tu, quando con un filo di voce mi manifestavi la tua soddisfazione per i gol in trasferta dei rossoblù … la tua squadra del cuore. Nonostante le tue estreme condizioni di salute però sei riuscito a tornare a casa, nella tua nuova casa, a vivere gli ultimi momenti tra le braccia affettuose della nostra famiglia allargata.

Eh sì, anche quella volta, come hai sempre fatto nella tua vita, avevi programmato tutto: il ritorno a casa, gli ultimi giorni da trascorrere a fianco della tua compagnia di vita, l’ultimo saluto ai tuoi amati nipoti. E soprattutto la scelta del 2 novembre come partenza per l’ultimo viaggio. Giorno più adatto di questo! Non solo. Giusto un mese prima, con lucidità assoluta, avevi chiesto all’amico Reverendo di prepararti, pregando, all’incontro con Nostro Signore. L’ha ricordato, prendendoti come esempio, durante l’omelia. Non c’è che dire, una pianificazione puntigliosa, in ogni minimo particolare.

Sono stati in tanti a partecipare al tuo ultimo viaggio: di persona, per telefono e per iscritto. A essere vicini con un abbraccio o con un pensiero. Un nostro caro amico ti ha voluto salutare così: “La sua stima mi rende orgoglioso, perchè è quella di un uomo per bene, di speculata onestà. Nell’università della correttezza e dell’integrità morale Signor Giovanni darà lezioni a chiunque”.

Benigni disse una volta a suo padre: “Grazie per avermi fatto nascere povero. Solo così ho imparato a dare il giusto valore alle cose”. È proprio così, come ha ragione il grande Roberto. Grazie per avermi fatto studiare, con grandi sacrifici e con non poche rinunce, ma sempre col sorriso e l’orgoglio del contadino che vuole vedere suo figlio diventare dottore. E per avermi sempre assecondato, e incoraggiato, in tutte le scelte che ho fatto, anche in quelle che apparentemente potevano turbare il mio corso di studi prima e il mio lavoro poi.

            Mi hai sempre raccomandato di non essere attaccato agli interessi materiali. Di non mettere mai il vil denaro, il “metro di terra” o il “metro di casa” davanti a tutto: alla ragione, al buon senso, all’amicizia, alla parentela … ai sacramenti. Come spesso, troppo spesso, ci è capitato di veder fare.

Mi hai sempre raccomandato di essere coerente, onesto e obiettivo. Sempre. Nelle cose importanti e nelle cose frivole. Che si trattasse di lavoro, di quotidianità, di sport o … di politica.

Non so se sono completamente riuscito a seguire queste tue raccomandazioni. Sicuramente sto facendo di tutto per trasmettere questi valori. Infatti i tuoi insegnamenti sono talmente attuali che sono alla base dell’educazione che stiamo dando ai nostri figli. Continuerai a vivere dentro di me, dentro di noi e dentro di loro, proprio nei tuoi insegnamenti. A vivere nei nostri pensieri e nel nostro modo di essere. Che tu con i tuoi insegnamenti hai contribuito a formare e definire. E del quale andiamo fieri e orgogliosi.

Grazie di tutto Babbu meu, adiosu Babbu mannu.

Antonello

One comment

Lascia un commento