Il carabiniere mascherato

Il carabiniere mascherato

Cagliari, 15 marzo 2020

IL CARABINIERE MASCHERATO

A qualche settimana dalla fine del Carnevale potrebbe sembrare uno scherzo. Solitamente sono gli altri che si mascherano da carabiniere. Questa volta è toccato agli agenti della Benemerita mascherarsi. Da qualche giorno, le volte che ci dobbiamo spostare, a loro dobbiamo presentare l’autocertificazione – giustificazione. Ci mancava, abbiamo visto anche questo. Ma lo facciamo volentieri, la loro presenza costante è la prova tangibile che lo Stato ci sta pensando. Che sta lavorando per noi.

In una filastrocca un bambino ha scritto “Ti chiamano corona ma non sei un Re” rivolgendosi a quello che attualmente è il virus più famoso del mondo. Verissimo, eppure come un Re (un tiranno cattivo) ci costringe a fare quello che collettivamente non abbiamo mai fatto: a non uscire di casa, a non andare a lavoro, a scuola o a messa. A non stringerci la mano e abbracciarci.

A chiudere scuole, centri commerciali, bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, musei e … la Torre Eiffel. A fermare i campionati di calcio (dalla serie A alla Premier), gli europei, il giro d’Italia, la coppa America di Vela, il golf. Lo sport. A spegnere la fiaccola olimpica e a posticipare le scadenze elettorali. Ad anticipare di molto l’arrivo dei turisti (per una volta sgraditi) nella nostra bella terra. 1500 solo a Villasimius, qualche centinaio a Valledoria e in altre località balneari.  

Che può colpire tutti: persone comuni, atleti, attori, politici, professionisti di fama internazionale. Purtroppo anche medici, infermieri e operatori sanitari. Gli unici al sicuro sembrano gli ospiti della casa del Grande Fratello Vip.

E può obbligare tutte le trasmissioni televisive a parlare dello stesso argomento: i telegiornali, l’intrattenimento, i rotocalchi sportivi, i reality. Non solo i programmi di divulgazione medico – scientifica.

La politica italiana, regionale e nazionale, questa volta sembra tutta “allineata e coperta” in un fronte comune (nel frattempo sono arrivati anche i ritardatari). E sembra essere “sul pezzo” come raramente l’abbiamo vista, al contrario di quella internazionale solitamente più titolata (tedesca, inglese, francese, statunitense), colpevolmente in ritardo. E per una volta il suo operato sembra essere considerato un modello. Solitamente gli italiani (classe politica compresa) danno il meglio di sé in presenza di gravi difficoltà, la storia riporta diversi esempi. E questo fa ben sperare.    

Un caro amico l’altra sera dopo aver fotografato la madonnina illuminata della chiesa di San Michele, ha postato la foto sul suo profilo social con una frase eloquente: “Poni potenza”. E Sant’ Efisio “poderosu” è già pronto per scendere il campo come già fece in passato per liberare Cagliari e la Sardegna dalla peste e dalle bombe. Intanto noi, per dirla come il bambino della filastrocca rivolto al Virus corona “Lotteremo finché non sparirai”. Per tornare presto a fare quelle cose che questo “sovrano” attualmente in carica, non ci permette di fare.

Non tutti i Mallus vengono per cuocere” recitava Benito Urgu in un suo famoso sketch. Chissà che questo “fermo biologico” con il mondo esterno non ci faccia bene. Che ci permetta di fare una telefonata in più e mandare un messaggio in meno, a ricordarci che esistono ancora la tv, i libri di carta, la musica da ascoltare (dai dischi e non dai file), i giochi di società. E non solo i social media e WhatsApp. A disintossicarci dalle troppe partite di pallone, a riprendere in mano qualche hobby che stavamo trascurando e fare qualche riparazione domestica in lista d’attesa (il flessibile della serranda?). Il piacere, per chi può, di lavorare in pantofole e a barba incolta, e contemporaneamente aiutare i figli a fare i compiti. E se come tutti ci auguriamo, un bel giorno l’emergenza finirà, magari ci riscopriremo tutti un pò migliori.

A. M.

 

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