Speriamo di no!

Speriamo di no!

S. Siro

Cagliari, 11 novembre 2017

SPERIAMO DI NO!

La Nazionale e il calcio italiano sono a questo punto. Ironia (!) del titolo della “Gazzetta” a parte, ormai non rimane che invocare i santi per sperare di raggiungere un qualche traguardo di prestigio.

Ma siamo proprio sicuri che sarebbe così “catastrofico” parafrasando il presidente della Figc, non partecipare al mondiale russo? O sarebbe più salutare starsene a casa per un turno e mettere finalmente mano allo sgangherato mondo del pallone?

Non sarebbe poi chissà quale perdita evitare di mostrare per una volta nella vetrina internazionale più prestigiosa il calcio made in Italy. Raramente mai stato così brutto. Tutt’altro che “eccitante” come sperava di vederlo l’attuale Commissario tecnico all’inizio della sua avventura nella panchina azzurra. Anche se la colpa non è soltanto sua.

Le “catastrofi” se sapute interpretare (e trattare) possono essere il punto di partenza ottimale per ricostruire. Seriamente. Una qualificazione presa per i capelli, magari ricorrendo a qualche magheggio o ottenuta per qualche grazia ricevuta, non farebbe altro che mettere in condizione i vari ministri del pallone di continuare a far finta di niente. Sarebbe l’alibi per continuare a lasciare le cose come sono. Per esempio il perdurare dell’arrivo incontrollato dei troppi stranieri che passeggiano nei tanti campi di Sere A e B col solo risultato di togliere spazio ai talenti nostrani.

Sarebbe quindi così blasfemo (!) sperare che lunedì San Siro si distragga e pensi a questioni più urgenti?

A.M.

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