Arzachena, 24 agosto 2024
QUANDO SILVIO C’ERA
Con l’arrivo di tal Emerson Royal si completa il processo di ‘stranierizzazione’ del Milan A.C. Il brasiliano andrà a sostituire Calabria, unico italiano superstite, nella fascia destra del campo. Quella di sabato scorso, o quella di oggi, dovrebbe essere l’ultima partita da titolare del terzino bresciano.
Mancava solo la formazione tipo tutto il resto era già disitalianizzato: proprietà americano-olandese (Red Bird-Elliott-Bidco BV), sponsor degli Emirati arabi (Emirates Fly Better), senior advisor (!) Ibrahimovic (slavo-svedese), allenatore Fonseca (portoghese). Non rimane ormai più nulla di meneghino – italiano nella sponda rossonera di Milano, del suo sapere calcistico e del suo saper fare impresa. Solo (per ora?) il nome e i colori sociali. Sempre più sovente ‘materia prima’ per maglie e divise di dubbio gusto.
Ad assistere a tutto questo si rimpiangono uno per uno i presidenti precedenti. Tutti. Anche quelli più sciagurati come Colombo (quello del Calcio scommesse del 1980) e Farina (quello della quasi bancarotta).
Povero Berlusconi, potendo da lassù lancerebbe chissà quanti strali. Avesse potuto tenere la società nelle sue mani, a tutto questo non avremo mai assistito. Era un suo sogno-progetto quello di tornare a un Milan tutto italiano o quasi, quando la maggior parte delle altre squadre era già imbottita di stranieri (la maggior parte dei quali di scarsa cifra tecnica). Non gli rimase che provarci col Monza nei primi anni della sua gestione. Ma quella è un’altra storia.
Quando Silvio c’era.
A. M.