Che bella giornata

Che bella giornata

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Arzachena, 15 agosto 2016

CHE BELLA GIORNATA

A Santa Maria la Reunion del ’66

Sembrava un’aula scolastica la piccola chiesa campestre di Santa Maria, prima dell’inizio della messa. Con quelle maglie d’ordinanza, fatte fare per l’occasione e griffate “1966”, i fedales presenti apparivano come tanti alunni vocianti dentro i loro grembiuli. Ma quando il Reverendo Alessandro ha dato inizio all’omelia, quella che sembrava la classe di una scuola è tornata a essere una chiesa.

Nei nostri paesi agli abituali rapporti di amicizia e di parentela se ne aggiunge un altro del tutto originale. La “coetaneità”. Oltre a essere amici, cugini, zii, padrini e madrine, si può essere anche coetanee e coetanei. A differenza delle città non è un mero dato anagrafico. Va oltre. Questa speciale “parentela”, al pari di quelle canoniche, permane vita natural durante.

E non coinvolge solo gli interessati ma anche le famiglie dei coetanei. Capita spesso, anche in età adulta, che un familiare di un certo coetaneo incontrandone un altro si preoccupi di sapere come sta il pari età di suo fratello o di sua figlia. E se lo stesso è interessato da un avvenimento felice o da un evento poco lieto il coinvolgimento emotivo interesserà anche la famiglia dell’altro.

E quando oltre a essere della stessa età si è stati anche compagni di classe scolastica, questo sentimento si amplifica. Se possibile raddoppia di intensità.

Un modo di sancire, ricordare e rafforzare questa particolare parentela è di festeggiarla periodicamente. Cercando di riunire tutti i fedales. Soprattutto in occasione del compimento degli anni di età corrispondenti con i numeri tondi: come per i quaranta e per i cinquanta anni. E non solo. Non è un momento che arriva così, l’organizzazione della Reunion parte anche un anno prima del gran giorno.

Il giorno de Sa Leva è infatti un appuntamento preparato meticolosamente, dove nulla viene lasciato al caso. Grazie soprattutto all’impegno e alla dedizione di una sorta di Comitato spontaneo che si preoccupa di tutto: della scelta della divisa d’ordinanza, del menù per il pranzo sociale, della musica che farà da colonna sonora, del coinvolgimento del sacerdote per la celebrazione della funzione religiosa, del servizio fotografico per immortalare l’evento. E soprattutto di diramare le convocazioni. Perché tutti i fedales devono essere coinvolti. Tutti. Anche quelli più lontani e coloro che non si vedono da anni, a volte da decenni, devono essere invitati. Ufficialmente. Addiritura per lettera come si faceva un tempo: anche per dare il giusto tocco di solennità al grande evento.

Per la leva del 1966 di Samugheo, il mezzo secolo è scoccato la prima domenica di agosto. Quando alla fine dell’omelia il Reverendo Alessandro ha impartito la benedizione a una rappresentanza significativa di quella numerosa “covata”.

Pur di essere presenti si è tornati da ogni dove: dal nord e dal sud Sardegna, dalla Toscana e dalla Lombardia, dalla Svizzera e dalla Germania. Fedales nel mondo. Ma all’appuntamento dell’anno non si poteva proprio mancare. Dopo tanti anni tutti a raccontare le proprie storie, a far conoscere le proprie famiglie. In particolare i figli. A parlare del proprio lavoro e dei luoghi dove si abita. A confidare i propri problemi e i propri sogni. A fare insomma il punto sullo stato d’avanzamento della propria vita.

Davvero un bel momento d’insieme. Anche emozionante in certi momenti. Momenti nei quali faceva piacer pensare che tutti i coetanei fossero idealmente presenti. Anche coloro che per propria scelta, per impossibilità sopraggiunta o per destino avverso, fisicamente non potevano esserci. Come in occasione del ballo tondo che i fedales e i loro figli hanno danzato al ritmo dell’organetto durante il pranzo, tra una pietanza e l’altra. O quando alla fine dell’omelia sono stati ricordati i fedales che non hanno avuto la fortuna di tagliare il traguardo dei 50 anni.

Nel frattempo si sta già avviando la macchina organizzativa per Sa Leva del 1967. E per collegare con un filo ideale questo evento con il prossimo due fedales del ’67, in rappresentanza di tutti gli altri, sono stati invitati alla Reunion del ’66. Come si diceva poc’anzi, nulla deve essere lasciato al caso. Anche la continuità della tradizione deve essere garantita.

Che bella giornata! Auguri fedales e … buon ferragosto a voi e alle vostre famiglie.

A.M.

 

Questo articolo, rivisto e integrato di nuovi contenuti, è stato pubblicato nel numero di dicembre di Lacanas, la rivista fondata e diretta da Paolo Pillonca

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